Guide: la disprassia

Con il termine prassia, si intende la capacità di compiere in modo corretto dei gesti coordinati e finalizzati; con il termine disprassia si intende, invece, alterazione della capacità di compiere un movimento volontario.

Le prassie vengono acquisite secondo alcune fasi ben precise, esse sono:

  • Preparazione: durante tale fase, l’azione viene eseguita in modo molto lento esercitando un forte controllo, curando ogni parte dell’azione.
  • Composizione: l’azione viene eseguita in modo più veloce, ma con degli errori.
  • Proceduralizzazione: l’azione diviene fluente e automatizzata.

Quali sono le cause della disprassia?

Secondo molti autori, non esiste una causa in quanto sembra non esistano anomalie neurologiche che spieghino l’insorgenza della malattia a parte una certa immaturità dello sviluppo neuronale del sistema nervoso centrale. Studi più recenti hanno rilevato una certa familiarità o addirittura individuano la causa in eventi traumatici accaduti durante la gravidanza o il parto.

Essa può essere di tre tipi:

  • ideativa il bambino non è in grado di progettare mentalmente le sequenze motorie finalizzate e si esprime sul piano esecutivo con una confusione sequenziale degli atti motori;
  • motoria o costruttiva incapacità di eseguire correttamente cio che, riesce a progettare mentalmente;
  • ideo-motoria il bambino non è in grado nè di progettare mentalmente nè di eseguire correttamente nessun atto motorio.

La Disprassia, detta anche deficit coordinazione motoria, può influenzare il modo di apprendere di un bambino a scuola in quanto comporta goffaggine, problemi nell’organizzazione del lavoro e seguire le istruzioni.

Presentano tale disturbo il 5-6% dei bambini e si associa ad un deficit nelle competenze grosso e fino-motorie oltre che problemi di linguaggio, di percezione e di elaborazione del pensiero per cui potrebbe presentare problemi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Oltre giochi ed esercizi motori, è consigliabile utilizzare gli strumenti previsti dalla legge 170/11

I maschi sono colpiti più spesso delle femmine, con un rapporto maschio: femmina tra 2:1 e 7:1.

Il bambino disprassico utilizza le funzioni che ha acquisito in modo stereotipato, con strategie povere e ridotte alternative per cui ha forti difficoltà nel traslare le proprie esperienze verso attività nuove.

In dettaglio, il bambino disprassico ha difficoltà a:

  • allacciare le scarpe
  • abbottonare
  • scrivere
  • disegnare
  • copiare, scrivere
  • assemblare puzzle
  • costruire modelli
  • eseguire giochi di pazienza
  • eseguire giochi di costruzione
  • giocare a palla
  • lanciare ed afferrare una palla
  • dedicarsi ad attività sportive
  • comprendere percorsi
  • nel linguaggio: articolazione di parole, fonemi

potrebbe presentare:

  • goffaggine: effettua movimenti impacciati
  • posture inadeguate  che interferiscono sia sul mantenimento di un buon equilibrio sia sulla coordinazione del movimento;
  • confusione della lateralità con difficoltà ad orientarsi nello spazio
  • problemi di consapevolezza del tempo con difficoltà nel rispettare gli orari e nel ricordare i compiti nella giornata;
  • ipersensibilità al contatto fisico
  • problemi nell’eseguire attività fisiche come correre, prendere ed usare attrezzi, tenere la penna e scrivere;
  • ridotto sviluppo delle capacità di organizzazione
  • facile stancabilità
  • scarsissima consapevolezza dei pericoli;
  • comportamenti fobici, compulsavi ed immaturi.